Tatuaggi e dipendenze

Quando mi dicono “Dipende da te” mi scatta dentro una molla, scontrosa e irritata, agganciata alla me teenager. Tutto merito dei miei genitori che mi hanno fatto diventare una teenager e poi una donna responsabile, probabilmente più per un meccanismo genetico che per vera e propria educazione, visto che il risultato non è stato replicato.

Non riesco a prendere sonno se ho questioni pendenti e soprattutto se so che un’attività potrebbe finire a rotoli perché io non ho fatto qualcosa. Il campeggio estivo della parrocchia in cui il gioco pomeridiano era dividersi in gruppi e chiedersi l’un l’altro “Di che cosa sei responsabile tu?” ancora mi suona nella testa.

Nel giorno di ferie, lavo i piatti, mi faccio il caffé, controllo la posta del lavoro e dico a F. che quel cliente l’ho già chiamato io ieri sera e che è tutto a posto. Poi faccio anche altre cose, come ad esempio ascoltare il tarlo nella mia testa che mi ripete “Ha detto Dipende da te” e pensare che proprio non mi piace che mi abbia scaricato questa cosa, anche se forse intendeva dire che sono libera di fare ciò che voglio.

Con la mia pessima memoria probabilmente potrei anche dimenticarmi qualcosa. Invece alla fine è come quando so che non ho pulito bene la cucina e che ci sono delle macchioline di caffè sui fornelli: so benissimo che se non li pulirò io non lo farà nessuno e quindi prendo lo straccetto azzurro e cancello tutto.

Invece mi basterà fare una telefonata oggi al mio ex vicino di casa, ricordandogli che ho un regalo pasquale per Uaua, e con ragionevole probabilità mi parlerà di cose sue e io mi ricorderà del Gioco delle Differenze e di chi sono e chi voglio essere.

… Chiara Ferragni, che mi sta parecchio antipatica, pare che si sia tatuata su un polso la scritta “La Chiara che vorrei”. Ha fatto bene.
Io cerco di mantenere la rO che sono. Il nome Chiara non lo sopporto proprio.

Soundtrack: In My Head · Bedroom