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Succede che quando meno te l’aspetti… (1/5)

…scivolano i bancari e gli energetici.
Ma non solo questo.
Può succedere anche di scoprire che tua sorella ha aperto un blog su WordPress e non c’è che da sperare che la situazione sia passeggera.
E succede anche molto altro.

Lunedì mattina il mondo adulto in buona parte lavorava e io invece andavo in palestra.
Frequento questa palestra fredda d’inverno e calda d’estate, nonché buia, per volere dei proprietari che devono risparmiare.
Stavo quindi facendomi passare l’incazzatura sorta quando ho varcato la soglia a causa di quell’ambiente che mi costringeva alla felpa, ad una sudata e di nuovo alla felpa, e poi al fazzoletto da naso, che era passata un’ora press’a poco ed ero ancora lì.
Non inganno nessuno dicendo che volevo correre ancora qualche chilometro: la porca verità era che avevo allungato il tempo sul tappeto magico, poiché avevo visto entrare due giovani uomini e volevo guardarmeli per bene alla loro discesa dallo spogliatoio. Ché non si sa mai. Sono sempre pronta a farmi dei filmini mentali e poi creare epiloghi noiosi o drammatici: amo i diversivi.
Uno l’avevo notato alcune settimane fa, perché mi pareva uscito da un’accademia militare americana: mentre il viscido istruttore gli mostrava degli esercizi, lui, con la faccia di un giovane russo, stava a riposo, a braccia incrociate dietro la schiena. E io sono una che queste cose le nota, così come avevo notato la maglietta rossa con la scritta “Sudan“. Chissà.
Non scendevano più.
Stavo quindi avvolgendo i miei auricolari, quando li ho incrociati.
Avevo quasi una mano sulla porta dello spogliatoio quando Nara mi ferma e mi dice: “Sai, quello lì, anche lui va all’estero e fa un lavoro come il tuo. Vuoi che te lo presento?“.
Sul momento ho tentennato nel rispondere.
Lei è gentile, ma non capisce una cippalippa di quello che faccio e sono passata negli anni dal fare l’avvocato al revisore fiscale. Forse un giorno diventerò pilota, pilota di elicotteri probabilmente.
Alla parola però “ente umanitario” mi si è accesa una lampadina di buonumore e mi sono detta che forse forse non stava per presentarmi l’ennesimo area manager del mobilificio di Bassano.
Apriti cielo.
Nara c’aveva beccato e forse io l’ultima volta che ne abbiamo parlato ero stata capace di spiegarmi.
Sorrido, perché ovviamente lo so che il trucco c’è, che non può essere che nella palestra fredda d’inverno e calda d’estate io mi becchi uno che:
– è stato in centro Africa per due anni o più;
– è appena rientrato dalla Birmania;
– vive in Giappone;
– è biondo e bello e atletico e ha passato i trent’anni;
– ha frequentato un liceo classico e ha una laurea in sociologia;
– si occupa di questioni umanitarie;
– ha una vivace vita sociale;
– ha fondato un’associazione culturale;
Mi aspetto ovviamente una ritrattazione di quanto sopra e di scoprire che probabilmente è:
– un grandissimo stronzo pieno di sé;
– fidanzato o sposato;
– di destra e fedelissimo praticante cattolico;
Nel frattempo tuttavia oggi pomeriggio usciamo insieme e io mi sto riproponendo di lasciare a casa il generale che è in me. All’inizio di una conoscenza si può sempre giocare ad essere la persona migliore che non siamo.
Dove andiamo? Al Solito Posto. Ha scelto lui. Non sapeva che è il mio posto preferito in tutta la città.
E io sorrido.

Soundtrack: OTR – Quando meno te l’aspetti (come una bomba)

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