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Se non hai un progetto, sei destinato a fallire: il mio punto di vista.

Il film sulle sorelle Williams non l’ho visto fino alla fine. Era noioso. Il padre odioso. Ad ogni modo mi è entrata in testa una frase, che veniva ripetuta spesso: “Se non hai un progetto, sei destinato a fallire“.

In questo inizio 2024 sono piena di riflessioni ben confuse.

Ho iniziato anche ad ascoltare dei podcast motivazionali, non trovandone però ancora uno degno di essere citato.

Nel podcast che ho ascoltato stamattina, uno dei punti riguardava alcune regole per vivere felici e io ho una mia opinione in merito a molti dei suggerimenti di Pippo. Ecco il suo elenco e il mio punto di vista.

  1. Dormire almeno 8 ore al giorno.
  2. Essere metodici durante la giornata, per avere la certezza di avere del tempo a nostra disposizione.
  3. Ricercare spesso il silenzio.
  4. Sfruttare le ore del mattino per fare le cose che vogliamo fare nella giornata.
  5. Fare quotidianamente autocritica.
  6. Avere sempre un progetto da portare avanti, anche molto semplice, perché migliora la motivazione.

    Il mio punto di vista:
    Questa affermazione mi fa pensare alla progettazione Scrum. Avete presente i task quotidiani, la board dello sprint? Ogni story completata è una piccola pacca sulla spalla che aumenta la motivazione. Io adoro la programmazione.
    Quello che non riesco però a fare nella mia vita è identificare i progetti prioritari e portarli a compimento.
    Che poi… spesso anche nello sviluppo i progetti non si chiudono mai, ma è un continuo sistemare bug e implementare nuove funzioni.
    In questo inizio anno, vorrei essere in grado di identificare i progetti prioritari e che posso effettivamente chiudere, senza iniziare qualcosa che si rivelerebbe una perdita di tempo, perdendomi in balle di fieno rotolanti nel deserto.

  7. Cercare di essere il più sinceri possibile (inganni di miglioramento fisico, trucco, tinta capelli etc.): la finzione aumenta il livello di complessità nella nostra vita perché richiede tempo.

    Il mio punto di vista:
    Per me la forma è sostanza. Non sono d’accordo sul sinonimo sincerità=aspetto esteriore. La sciatteria mi abbatte. Al contrario di quanto Pippo afferma, secondo me la bellezza estetica ha un valore e non è vero che conta solo quello che abbiamo dentro.

  8. Tacere quando necessario, specialmente negli scontri: perché avere ragione non serve quasi mai a niente.

    Il mio punto di vista:
    L’ultima volta in cui ricordo di essere stata ribelle, risale forse al 2015, anno in cui il Nano-capo mi aveva accusata di essere stata maleducata nei suoi confronti. Ricordo la scena: lui dietro la scrivania di vetro, io davanti, entrambi in piedi. Devo avergli detto quello che pensavo e pensavo cose diverse dalle sue. Niente toni accesi, ma solo il mio diretto pensiero. Lui non aveva apprezzato.
    Da allora, raramente credo di aver risposto male a qualcuno. In particolare, negli ultimi anni, sento che esprimo le mie opinioni sempre più raramente.
    E mi inizia a dar fastidio.

    Ieri per esempio, E. ha usato l’espressione “Che due coglioni…” riferita a quanto stavo dicendo. Io non gli ho risposto con uguale tono. Sono stata zitta, lasciando cadere la questione e passando oltre.
    Concordo con Pippo sul fatto che impuntarsi per avere l’ultima parola non serva, ma penso anche che in questo 2024 vorrei trovare il coraggio per far presente agli altri quando comunicano con me in modo inappropriato o non paritario. Cosa succederebbe se anche io dicessi “Che due coglioni…” ad E.?
    Be’, in realtà io non lo penso mai e trovo che sia un tipo di pensiero spiacevole, che nei suoi confronti non nasce mai in me.
    In questo 2024 vorrei essere capace di comunicare agli altri quando certi pensieri nei miei confronti sono spiacevoli e vorrei saper gestire questo tipo di conversazione senza che generasse screzi o tensioni in me.
    Questo punto apre, tra l’altro, anche un altro filone di pensieri: come si fa a non sentirsi inferiori quando si ha affianco un uomo che eccelle in tutto o quasi?
    [Questo, insieme al fatto che non so gestire lo stress, saranno i due temi oggetto di altri post, ammesso di trovarne il tempo tra le story prioritarie.]

  9. Pensare il meno possibile al passato, per non vivere con il freno a mano tirato.
  10. Fare attività fisica con sforzo fisico intenso per evitare che la mente sia offuscata dallo stress.
  11. Avere meno bisogni: meno è meglio, perché mantenere cose richiede denaro e denaro richiede tempo.

    Il mio punto di vista:
    Non sono pienamente d’accordo. Avere desideri è il pane della vita. Avere desideri è quello che ti spinge a nuove emozionanti avventure, al divertimento. Comprendo però che nuovi bisogni possano significare nuovi impegni e tempo dedicato. E torno al punto 6: come si fa ad identificare i progetti prioritari?
    Qualcuno direbbe smontando la vita, l’anno, in progetti più piccoli.
    … ma anche così non è per niente facile.

E… se non hai un progetto, sei destinato a fallire. Quindi, in questi giorni sto cercando di capire qual è il mio progetto, per lo meno per il 2024.

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