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L’evento a tema: obiettivo fare il salto della quaglia

Scena prima: ore 6:45, io chiedo a Gemini di intervistarmi.

Come dico sempre al collega invidioso, gli eventi a tema sono qualcosa da ricercare costantemente, perché possono portare a importanti riflessioni e risultati. (Evento a tema, evento a tema)

Ecco così che oggi parteciperò all’ennesimo evento a tema. Saremo in due. Lei sarà bionda e, ipotizzo, supponente, vista la sua esperienza. Io sarò la gheparda di una volta, perché mi sto attrezzando per esserlo.

Dovrò raccontarle chi sono rispondendo all’immagine che lei desidera di me. Posso farcela. E poi io di punti di debolezza non ne ho, per quanto deve sapere lei.

Ne ho nella vita privata probabilmente, perché mi concedo di essere rincoglionita quando ho bisogno di abbassare il livello di attenzione e fatica, e mi zerbino, quando l’amore mi fa tremare le gambe e mancare il fiato.

(A posteriori: un mio gran difetto è avere poca memoria)

Scena seconda: ore 12:45 atterraggio completato.

Teams mi offre sempre soddisfazioni, specialmente quando il mio sfondo virtuale sembra vero e io appaio più bella di come sono.

All’evento hanno partecipato E., giovane in tuta nera senza trucco, e L. mediana rifatta in maternità.

Entrambe hanno dimostrato disprezzo per la fuoriuscita marketer che dovrei sostituire. Entrambe mi hanno parlato come se fossi già loro collega.

Io sono stata spigliata, sorridente anche troppo, perfettamente aderente all’invito e narratrice di story che hanno conferito un plus alla mia posizione.

In pratica: per me sei dentro, ti faccio parlare con l’AD.

Scena terza: parlo con la spia interna, cioè il compagno di Vale.

La depressione. Se prima di parlargli il mio umore era quello di chi aveva assunto in un’unica volta un numero di cucchiai di sciroppo Betotal pari ad una razione settimanale, dopo averlo ascoltato avevo perso ogni entusiasmo.

Tutto questo perché mi ha proiettato davanti stress, mandare giù rospi, discussioni, insoddisfazione. Mi avesse parlato solo di fatica, quella non mi avrebbe infastidito affatto.

Ciliegina sulla torta: avrei quindi a che fare con lui che sarebbe stato così, cioè problematico e contorto. E per quanto mi sforzi di pensare che lui in questo periodo non sia in splendida forma, fisica e mentale, e che i suoi pensieri siano offuscati da cose che sa solo lui, non riesco a non dargli peso.

To be bold

Ripensando a questo evento a tema e soprattutto alla ricerca di mercato condotta e al futuro che prospetta, mi sono chiesta cosa sono in grado di fare per un’azienda con centinaia di dipendenti, un profilo lanciato internazionalmente e una vision di evangelizzazione digitale per l’Italia intera.

Quante volte l’avete sentita l’espressione americana “To be bold”? Io un sacco, soprattutto nel design. Con un po’ d’analisi mi sono detta che io nel lavoro sono minimal, non bold. Sono bold nelle relazioni personali probabilmente.

Mi sono detta che dovrei imparare ad essere bold anche nel lavoro: pensare in grande. Devo imparare a farlo.

To be bold. Definizioni utili alla riflessione:

1. Avere coraggio, essere audaci, intrepidi, disposti ad affrontare sfide e pericoli. Essere pronti a difendere le proprie convinzioni, anche se impopolari.

2. Essere sicuri di sé: avere una forte fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Non aver timore di esprimere la propria opinione o di prendere decisioni difficili. Avere un atteggiamento assertivo e proattivo.

3. Essere originali e creativi: non aver paura di sperimentare e di uscire dagli schemi. Proporre idee nuove e innovative. Essere non conformisti e distinti dalla massa.

4. Essere sfacciati o impudenti: in alcune situazioni, “to be bold” può assumere una connotazione negativa, indicando un atteggiamento arrogante, sfrontato o maleducato.

Scena quarta

L’HR mi scrive “Cara rO…” (cara!) e mi dice che hanno scelto uno con più esperienza. L’email suona come una balla stratosferica in quanto il giovane – visto su LinkedIn – avrà lavorato tre anni con sei lavori da sei mesi.

Non mi aspettavo un epilogo del genere. M. dice che costo troppo. Non so però se sia vero e mi rimane il dubbio delle mie capacità. Potrei riuscire a fare il salto della quaglia oppure no?

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