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Il Supermercato per Single

Vado in piscina, da sola. Ho provato a cercar compagnia per oggi ma non mi è andata bene.

E il supermercato per single qui non esiste. C’è?

Credo proprio di no, se no qualcuno me l’avrebbe detto. L’avrei scoperto su internet.

Qualche volta però un pensiero sulla sua esistenza ce l’ho avuto. Mi capita di finire di lavorare tardi e ritrovarmi con sufficiente forza ancora in corpo per decidere che ho bisogno di birra e qualcosa da mettere sotto i denti, facilmente pizza congelata, e di fermarmi quindi al supermercato che chiude tardi.

La scena normalmente è la seguente.
Ambientazione e contestualizzazione. Io sono vestita da professionista, elegante e formale e indosso un tacco alto. Abercrombie a Milano ha la sua playlist di canzoni. Qui in sottofondo c’è Titanium di David Guetta,  per mia grande fortuna del momento.
Entro e sulla destra c’è a far da portinaio il direttore del supermercato che arruffa qualcosa al di là del vetro nel suo ufficio sgabuzzino. E io intanto penso sospirando: “Ah, il supermercato per single!“.

Corridoio dei latticini, yogurt e pasta fresca: frigoriferi a destra, frigoriferi a sinistra. Fa talmente freddo che nessuno ci si ferma troppo e quindi è un prendi e fuggi. E anche se fosse una situazione più mite, diciamo la verità, il maschio che cerco io non compra mozzarelle light e probiotici.

Regola numero 5 dell’acchiappo da supermercato: sbircia sempre su cosa compra chi stai puntando.
Procedo vaga attraverso la sezione frutta e verdura: non c’è nessuno. Perché è tardi e chi ha voglia di mettersi a pulire e bollire gli spinaci per cena? C’è un po’ di movimento intorno al banco della gastronomia: si voltano in tre a guardarmi come se fosse apparso Ulisse ai Proci…. no, ok, diciamo Krusty il Clown a Bart Simpson??… vabbè, si capisce, si voltano.

Quello che vedo io è che ci sono tre uomini, mediamente fuori età per me e nessuno di attraente. Giacche grigio antracite con spalle cadenti e camicie che ormai si reggono in piedi da sole. Mi fermo ad ordinare il pane e il salumerie è la proposta migliore per ora: peccato che abbia 18 anni e un sorriso affettato.

E intanto penso: “Ma quelli che rimorchiano nei supermercati come fanno?“.

Proseguo. Carne: solo che il mio supermercato del giorno offre una selezione pessima. Butto nel cestino tagliatelle congelate con i funghi, patate congelate con il sorriso, del pesce e proseguo. Svolto l’angolo e come in una scena da film western compare il direttore del supermercato: mi guarda, si agita, sorride, e saltella qui e lì sistemando qualcosa. Io faccio la vaga. Prendo le birre, cammino un po’ e lui risbuca: occhio blu blu, fisico atletico, occhialini e, ahimè, senza un capello in testa. Quando siamo a distanza ragionevole mi dice: “Ciao“, ma non è un ciao qualunque: ci sta provando. Mi piace? Non mi piace? Ce la posso fare? In meno di un minuto mi dico di no. Cassa e casa. Sono stanca. Se ci fosse veramente un supermercato per single qui, vorrei saperlo, ma come sarebbe?

In definitiva vado in piscina da sola, con un libro e gli occhialini.

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