Quando hai una vite che gira a vuoto nella testa, quando hai un pensiero da rivedere e districare, dove ti metti? Dove stai?
Dove decidi quell’hic et nunc? Stai fermo in bagno seduto sul w.c., cammini all’aperto, corri su un tapirulan, tiri pugni a ritmo su un sacco oppure fai su e giù in una vasca in piscina?
Ci sono dei pensieri che escono meglio se sono lenti, se si è stanchi, molto stanchi o anche molto molto a terra.
Recentemente ho letto che è arrivato il tempo di non partire più dal Why. Ovviamente te lo ricordi il Golden Circle di Sinek. In parecchi l’hanno contestato, specialmente chi aveva ed ha a che fare con le vendite, con il retail, convinti che le persone comprino il come, non il perché.
Io invece penso che sia importante rivalutare il dove, il contesto.
Al liceo avevo un professore di italiano veramente molto bravo e molto medievale. Con un lessico aulico, il suo invito d’introduzione all’interrogazione era: “Contestualizza il testo”.
Io, che ero un’ignorante studente, non conoscevo il significato di “contestualizzare”. Quindi farfugliavo cose. Oggi, dopo molte interrogazioni, mi risuona spesso in testa la sua domanda.
Il mio dove oggi era in piscina, tra la prima e la cinquantesima vasca.
Il contesto invece era più profondo.
Tra le altre cose pensavo ad Harvey Specter.
L’hai vista la serie Suits? Sto guardando l’ottava stagione e ho improvvisamente realizzato che mi piace un sacco Harvey Specter.
Ero convinta di essere una fan del giovane Mike Ross, ma non è così.
Mi piace proprio il più maturo, arrogante, duro, Specter. Uno che racconta un sacco di cazzate, sulla cui fedeltà vorresti scommettere, pur sapendo che ogni sua azione ha un doppio fine.
Soundtrack: Old Man Canyon – Phantoms & Friends