Salta al contenuto

Harder Better Faster Stronger

Dovrei partire dalla soundtrack, ma nel mio sogno non c’era.

Per circa sei mesi nella scrivania di fronte alla mia sedeva un uomo un po’ sovrappeso, con un ciuffo a mo’ di cresta in testa e un piercing al sopracciglio destro. Normalmente mi dava le spalle e io, alzando lo sguardo, vedevo un quarto di lui oltre la poltrona in pelle e le pagine su cui navigava nel suo iMac. Tanti social. Tante donne provocanti, che lui diceva di guardare solo per aggiornarsi su questioni lavorative, non per interesse umano.

Non era particolarmente profumato. Se sudava in pausa pranzo andava a casa, si faceva una doccia e si cambiava. Era calmo, decisamente calmo, rispetto a quasi tutti i capi che ho avuto negli ultimi anni. Eppure di cose da fare ne aveva moltissime e pensieri pure. I pensieri gli si arrotolavano nella mente. Non era in grado di stare attento per più di tre minuti. Aveva l’attenzione inferiore a quella un pesce rosso. Un giorno ne abbiamo parlato. Aveva cercato il tempo esatto di attenzione che poteva vantare un pesce rosso: 9 secondi. Lui invece era come un teenager: 7 secondi, talvolta scarsi, altro che tre minuti. Sempre con il cellulare nelle mani.

Credo anche che non fosse geniale, eppure aveva tantissimo da insegnarmi. Guardava avanti. Era come se, rispetto a me, fosse già stato proiettato a sei mesi o un anno nel futuro. Ho imparato da lui con una velocità enorme cose che da sola avrei impiegato anni ad apprendere. Non mi era mai capitato. Lo odio per non avermi lasciata imparare ancora da lui.
Lui era rock, ma nel sangue. Cosa che io non sarò mai, perché non ho quel ritmo battente e costante. Io sono un po’ più lenta. E lo odio anche per questo: perché vicino a lui mi sentivo più rock anche io.

Aveva le mani cicciottelle e uno strano modo di articolare le dita. Non era legato al fatto che suoni la chitarra, perché ho visto muoversi altre dita in quel modo. Due cose mi incantavano in particolare di lui: la voce e la compassione. Mi piaceva molto lavorare con lui perché diventavo più competente, migliore. Era spietato e assente, ma anche empatico e sensibile.

Questo per dire che ieri mattina ero quasi sul punto di scrivergli perché lo sogno talvolta la notte come se avessi mangiato pesante la sera. Poi mi ha bloccata il pensiero di lui che avrebbe gongolato immaginando devozione amorosa nei suoi confronti e che se ne sarebbe vantato con la sua insopportabile e figa fidanzata o con la prima persona che gli fosse passata davanti.

Soundtrack: Playlist di rO su Youtube + Distortion Choice “Noir”.

Rispondi

%d

Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per ottimizzare la navigazione e i servizi offerti, cliccando il pulsante accetta acconsenti all’utilizzo dei cookie. Per informazioni sui cookie utilizzati in questo sito visita la nostra pagina privacy e cookie policy.