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La curiosità del gatto

Ho avuto la sensazione che il diavolo, con la sua lunga coda da animale, mi accarezzasse la schiena, sin su ad una spalla. Aveva il volto di Rangda, una strega balinese, simbolo del male.
Mi sono allontanata, scivolando via, ma so che per ben due volte mi ci sono avvicinata.
Ho capito che mi ha attirata come una calamita e che, proprio perché non era più forte di essa, avrei potuto piantare i piedi e non muovermi da dove ero. Invece sono stata curiosa, per due volte o più. Forse sentivo l’odore del pesce e noi gattini amiamo il pesce, specie se fresco: sul piatto aveva una bella fetta di tonno e pure dei gamberoni grandi e succulenti. Il Franciacorta ghiacciato non c’era però.
Non è successo niente, niente di tangibile, nessuna prova di delitto, nessun contatto fisico, se non quella coda nera e pelosa che mi è passata lenta su un lato. Però sono state le mie gambe, per ben due volte ad andare lì. Sono stata io a rispondere alle tentazioni, a sbirciare dentro la siepe.

Fatti delle domande e datti delle risposte

Ho pensato quindi al diavolo, se esiste, che esiste, e come sono le sue diverse forme e interessi.
Mi ha tentato. Non mi sono bruciata. Non mi sono accaldata più di tanto. Ma è mancato poco. Avrebbe potuto folgorarmi, senza occhiali, praticamente incenerirmi.

L’avrei dovuto riconoscere, il diavolo, perché non più tardi di un mese fa mi aveva bussato o io l’avevo invitato, non so. Aveva un’altra forma, a me già conosciuta da anni. Però tutto era andato bene. Abbiamo visitato delle chiese. Lui si è trasformato in qualcosa di diverso, neutro e piacevole. Nessuna coda pelosa. Io ero intatta. Stavo bene.

Ieri no, oggi no. Ma mi passerà grazie al temporale di stanotte. O di domani. Piove spesso ultimamente. C’è aria fresca, bevo un caffellatte e soprattutto ho intenzione di svegliarmi dalla droga che mi annebbiava.

Pensavo che anni fa avevo usato del tempo per la mia lista dei 101 desideri. Soprattutto però ricordo un periodo dove avevo iniziato a desiderare molto, tutti i giorni, tutte le sere prima di andare a dormire. Mi chiedevo perché non potesse forse capitarmi.
C’è un passaggio, nella descrizione di Sibaldi, e forse anche di qualche buddista, che però oggi mi fa riflettere molto. Diceva “Attenzione a ciò che desideri, perché si potrebbe realizzare“. Ecco, io ho oggi la sensazione di aver fatto proprio quel passo: ho desiderato e, con i suoi tempi, è accaduto.

Bisogna stare molto attenti a desiderare. Le cose possono veramente accadere. E poi?

Poi bisogna essere molto in sé, mica come un gattino curioso.
Si sa, i gattini poi fanno spesso una brutta fine.

Soundtrack: The Smiths – Cimitery Gates

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