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Agenzia di viaggi: il lemure

Definitivamente ya no entiendo a la gente… ” commento di oggi del mio amico S., titolare di un’agenzia di viaggi in Argentina, sulla bacheca del suo profilo Fabebook.
Confermo, non sei l’unico.
Anche io ho enormi difficoltà di comprensione dei meccanismi umani.

Ieri mi sono recata in un’agenzia di viaggi. Entro alle ore 18.32 e so, avendolo letto sulla porta, che chiudono alle 19.00. Io, che sono una persona civile e rispettosa della vita altrui, mi metto d’impegno per essere concisa e precisa nella mia richiesta al fine di non eccedere con i tempi.
Buonasera, desidero informazioni per una vacanza di quindici o venti giorni lungo la barriera corallina australiana o in alternativa a Playa del Carmen“.
Lui, davanti a me, non è il mio preferito dell’agenzia. Non lo conosco neanche. Mai visto prima. Il mio preferito, quarantacinquenne pacato e dal capello brizzolato, è seduto alla scrivania affianco ed è purtroppo occupato. Nel lontano settembre 1994 aveva prenotato per me un viaggio studio a Londra.
Parlo sufficientemente a voce alta affinchè quest’ultimo, conoscendomi, possa desiderare di occuparsi di me. Invece no. Sarò seguita nelle mie richieste dal secco rapato giovine dall’occhio ceruleo, la camicia parecchio sbottonata e tutti i braccialettini di pelle e anelli da musicista alternativo degli anni novanta.
Sfoglia, mi guarda, mi sorride tantissimo e … non capisce.
Perchè lui ha la soluzione che mi incanterà, quella chicca che nessuno conosce, che è molto, ma veramente molto, meglio dei Caraibi: trattasi di un meraviglioso villaggio a Marsa Motrouh in Egitto. Il poveretto non sa che ho giurato sui resti di mia madre di non andare in vacanza in Egitto per molti e molti anni a venire ancora.
E io lo ascolto sorridente, gli parlo con un tono così dolce che mi sembro la doppiatrice di Meredith in Grey’s Anatomy e, vedendolo giovane, mi dico che devo portare pazienza.
Lui vuole essere gentile.
Piano piano però ritorno sulle mie richieste: barriera corallina, tartarughe, surf da onda.
Pare che sia proprio difficile farmi capire. La sua esperienza decennale gli dice che non ci sono voli disponibili, che costa troppo. Si alza diverse volte per prendere dei cataloghi alle mie spalle. Ad un certo punto mi accorgo che è accucciato affianco a me: forse gli piaccio e guarda la mia gonna?
Mi sono ritrovata con cinque centimetri di cataloghi davanti. Con tutta la mia amabile voce, davanti ad uno di essi con foto del letto addobbato con asciugamani arrotolati a cigno e fiori di ibiscus, gli dico che non è quanto stavo cercando.
Forse non mi ha capita nella concisa descrizione iniziale? Il mio accento crea incomprensioni? Ecco: sono quasi le ore 19.00.
Lo guardo nei suoi occhioni blu, un po’ lemure del Madagascar, e penso che forse invece delle tartarughe oceaniche posso avere miglior risultato ricordandogli la cerveza y el mar. Si alza, prende un nuovo patinato catalogo e, chinato su di me, mi illustra le bellezze di alcune soluzioni a due stelle molto spartane ma tanto pittoresche. Lo guardo amorevole quanto una madre in pena per un figlio cretino e prendo su tutti i depliant con la promessa di studiarmeli a casa accurtamente e tornare da lui prima possibile per prenotare la mia favolosa vacanza estiva.

Definitivamente ya no entiendo a la gente…

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