Lo scrivo a caldo.
Cinque minuti fa ho avuto una breve, brevissima e imbarazzante conversazione con il mio vicino di casa. Imbarazzante perché è stata sul nulla e io credo di aver dato il peggio delle mie capacità oratorie. Intanto, diciamolo, l’ho visto sufficientemente da vicino per asserire che è bello. Significa che poi l’operazione di correzione della miopia dell’altr’anno ha funzionato correttamente. Che quando l’ho visto con l’auto davanti al cancello dove dovevo entrare praticamente mi sono sembrata Schumacher per arrivare in tempo. Insomma, finestrino a finestrino. In sottofondo nella mia auto: Stereophonics – Maybe Tomorrow.
Conversazione sul nulla e io splendida: “Ops, ne approfitto: con che tasselli hai fissato l’amaca?”. Avevo la frase pronta da mesi! Solo che dopo un breve confronto, da Audi ad Audi ( la sua splendidamente pulita e la mia lurida ), non è che me la sono sentita di chiedergli anche che mi raccontasse tante altre belle cose della sua vita su cui avrei potuto sognare per altri mesi e possibilmente facendo finta che non abbia famiglia. Mi ha pure dato un aggancio che io non ho colto: mi ha chiesto se volevo che lui mi procurasse dei tasselli come i suoi. E io, che sono proprio fessa, gli ho detto di no. Ancora una volta confermo a me stessa che sono una brava persona. Una brava persona, con la sensazione di conoscerlo da una vita anche se non è affatto così.
Vabbè. Il sole splende, la giornata di oggi è meravigliosa e io mi sento al settimo cielo per un nonnulla.
E’ bello, è proprio bello.
Riflessione sui tasselli e le opere murarie: non è il tassello nè il collante chimico che fa la differenza, ma la manodopera. Io mi sono avvalsa di manodopera non specializzata. Per queste cose servono uomini capaci.
Devo decisamente fare qualcosa, per la mia amaca, intendo.