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Non aspettare

Stasera vado a trovarla. Non la vedo da circa un anno. Spero che si riprenda presto. Le ho preso una pianta di rose bianche che andrò a ritirare stasera. Spero che la gradisca. Mi chiedevo se la troverò gonfia, come sempre, oppure dimagrita, se invece di quella mezza pillola di sonnifero a metà notte, la sta invece ingoiando tutta intera. Sarà imbarazzante. Ci diamo pure del lei e lei si scusa di continuo con me di tutto, anche se ovviamente non ce n’è motivo.

Pensavo che ha “aspettato” la morte dei suoceri per avere meno incombenze, meno pesi, meno responsabilità, e poi invece è arrivato il figlio a crearle problemi, a farla agitare e riempirle la testa di preoccupazioni. C’era ancora la mamma, da accudire, visitare, scarrozzare e forse oggi, che credo sia ancora presente, le sarà di giovamento.

Poi, quando è andata in pensione, io immaginavo che se la sarebbe goduta, che avrebbe viaggiato, che sarebbe andata a farsi bella e visitare mostre. Immaginavo che il marito si sarebbe deciso a rientrare, ad amarla un po’ di più, per come la vedevo io, e starle più accanto. Invece è successo che l’ha aspettato dodici anni, a fine settimana alterni lo andava a prendere all’aeroporto e lo riportava alle partenze e, senza un vero motivo, lui ha pure procrastinato il rientro ed è rimasto via. Mi sono sempre detta che poi un motivo forse ce l’aveva, come chi dopo tanti anni, ha una doppia vita.
La sorte però beffarda: si è ammalato e presto è morto. Certo, a lei è toccato anche questo, mentre avrebbe voluto invece amore e un rapporto nuovo, come da fidanzati.

La vado a trovare stasera e spero si riprenda presto. E’ stata una vera amica, una mamma, un collante meraviglioso in ufficio. Con lei mi sono confidata e confrontata. E’ stata saggia e ha avuto un impegno ammirabile.

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