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Gioverdì in Germania

Non sono proprio capace di usare tecniche da maliarda.

Veramente è che dopo una breve riflessione mi sono accorta che di Aldo non mi importa poi molto. Anzi, non me ne importa per niente. E’ incredibile, ma è così. Non so bene come spiegarlo ma il fatto che lui non provi per me amore mi fa pensare che non siamo fatti per stare insieme. Ne ne sono tranquillamente fatta una ragione. Certo mi dispiace che non sia come prima, ma non sono proprio capace di comportarmi come se nulla fosse successo. E poi perché dovrei farlo?

QUALCOSA è successo e non è mia intenzione rimuoverlo.
Ci vediamo e chiacchieriamo insieme, ma per quanto mi riguarda lo faccio sforzandomi di riempire i silenzi. Prima sarei potuta stare tranquillamente zitta, adesso non ci riesco. Mi dà fastidio.

Com’è qui? Ho una camera bellissima. Il primo giorno che son arrivata sono stata cinque minuti buoni a ridere da sola per quanto ero felice. La mia camera è all’ultimo piano di una tipica casa tedesca della fine del secolo scorso. Sembra un castello, è bianca con il tetto nero ed ha anche una torre circolare. La casa sta su una collina e dall’alto della mia camera posso vedere da un lato la città e dall’altro l’inizio del bosco. La mia stanza è grande, con la moquette marrone e le pareti dipinte tra l’ocra e l’arancione. Ho un bell’armadio in legno con uno specchio su un’anta; tre librerie, una è verde laccata, una a pensili fissati sul muro, la terza tra uno scaffale e l’altro ha dei mattoni rossi.
La scrivania è enorme, di legno, sta sotto alla finestra che dà sulla collina. Ho anche un puf come quello di Fantozzi!! 
Sulle pareti in tutta la casa e anche in camera mia ovviamente ci sono poster di Klee, Mirò e mostre d’arte fatte in città.

Il prossimo semestre però voglio cambiare casa. Il problema è che sto veramente troppo lontana e che quasi tutti hanno una stanza all’università ed escono e si vedono spesso. E io non posso proprio farlo. L’ultimo autobus per tornare a casa è a mezzanotte e poi comunque mi lascia sotto alla collina. Non ha senso che io esca alle dieci per tornare un’ora e mezza dopo. Le mie amiche greche se ne fregano, capaci di dormire fuori o di autoinvitarsi nella già piccola stanza di qualcuno. Parli di loro e… eccone una qui.

Mi dispiace comunque di muovermi da lì perchè il posto è assolutamente incantevole. Mi sembra di stare in una favola. La settimana scorsa stavo camminando sulla collina e mi è sbucato fuori un cerbiatto! E poi c’è il bosco…
I miei padroni di casa sono gentilissimi. Ieri sera mi hanno detto se scendevo da loro alle 20.30 per fare due chiacchiere e vedere le foto che avevano scattato a Roma. La sera si è conclusa alle dieci e mezza con me che, piegata per tre quarti di bottiglia di prosecco che avevo bevuto, ho chiesto che gentilmente mi lasciassero andare a dormire.  

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