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Considerazioni da spiaggia deturpata

Spiagge, quando sono quelle comuni con ombrelloni e lettini che non puoi fare a meno di origliare i fatti dei tuoi vicini: lei compagna giovane e rifatta che si lamenta della ex moglie di lui che continua a chiedere soldi per il mantenimento della figlia che è presente in spiaggia e non deve capire che la tettona rifatta sta sparlando della sua mamma, lui imprenditore edile, riconoscibile dall’abbronzatura e da un certo qual identificabile modo di esprimersi, le spiagge, dicevo, sono una perfetta esemplificazione dei mutamenti in atto e perfetto paradigma di un certo modo d’essere del mondo d’oggi.

Il tizio che vende il cocco c’è ancora. Solo che adesso non urla più “coccobelloooooo” ma “ueuecocoooo” e, cosa ben più decisiva e sintomatica, porta un cartellino identificativo che, immagino, lo identifica come venditore autorizzato di cocco. Le mamme son tranquille.

I bambini sono ingrassati. Molto. Troppo. Alla loro età noi eravamo magri. Magrissimi. Le nostre madri si preoccupavano perchè mangiavamo troppo poco. Adesso, se non si trova la nonna, pensano l’abbia mangiata il pargolo.

I costumi femminili si sono ristretti. La cosa, in senso assoluto, potrebbe anche essere considerata positiva, ma vanno fatte alcune valutazioni. Tralasciando gli anni prima degli ’80, che non ho conosciuto o fatto inconsciamente, diciamo che i costumi sono andati, lentamente, verso l’ottimizzazione dei costi. Meno stoffa uso, meno mi costa la produzione, più guadagno. Oggi si va dal costume intero, prerogativa di signore di una certa età dotate di buon gusto, al semplice bikini, ancora il più diffuso, al brasiliano, che sta al bikini come l’i-pad sta al comune notebook. É più piccolo, ha un design decisamente più accattivante e, mediamente, chi lo porta si sente molto più fico. Purtroppo l’effetto finale non è sempre indimenticabile.

C’è poi chi azzarda il perizoma. Essendo la nostra una nazione ancora fortemente legata a valori culturali cattolici e, per questo, ancora piuttosto bigotta, la cosa viene spesso mal giudicata. Mi è capitato di discuterne spesso anche con donne. Abbiamo convenuto che lo indossa sovente chi non potrebbe permetterselo. Gente che sui siti giusti finirebbe alla sezione “mature” e sarebbe da considerare ampiamente fuori età per la categoria “Milf”. Ora, sono una persona sufficientemente tollerante e penso sinceramente che ognuno debba fare, con il proprio culo, quello che gli pare. Il buon gusto e lo stile però, permettetemi, restano un’altra cosa.

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