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Comment s’appelle le chaton?

Brochette de poulet grillè, legumes, rosè, rum.

Mi capita di trascorrere dei giorni in cui vivo per il futuro. Non sono un tipo da rimpianti o rimorsi e tutt’al più mi metto a cantare sfogando i miei sentimenti più rabbiosi.
Certo, altre volte i miei sentimenti più rabbiosi li sfogo con Fa, come lui sa.
Poi ho giornate in cui sento il presente così bene, da riderne e figurarmi come me stessa a quattro anni, felice e con un sorriso a tutta bocca.
Sono veramente fortunata.
Ho trascorso dieci giorni incantevoli ultimamente.

Riflettevo circa la gentilezza e la generosità, che non sono atti dovuti o scontati. Per quanto a tutti noi venga insegnato di essere gentili, poche persone lo sono veramente. Molti credono di esserlo e non lo sono affatto. A molti inoltre la generosità non viene affatto insegnata.
Negli ultimi sei mesi mi è capitato di avere a che fare con delle persone non solo molto scortesi, ma anche gratuitamente offensive e cattive al limite del surreale, uomini con un incomprensibile bisogno di sputare la violenza che trattengono contro la prima persona che gli parla, donne che vantano unicità e arroganza come bellissime giraffe con i tacchi, altri che per una regola di coerenza che si sono dati diventano Giuda e Caino.
Suppongo che nella vita mi capiterà ancora di imbattermi in loro, per quanto non desideri averci a che fare, e credo che l’unica cosa che io possa fare è allontanarmene il più possibile non appena comprendo chi sono.

Poi per fortuna c’è altro.

“Non capisci, signor scienziato? Non capisci che ti piaccio e conto qualcosa per te perché ti faccio come da specchio, perché in me c’è qualcosa che ti risponde e ti comprende?…”(*)

Basta che un giorno intravedi un lembo di un vestito di quella che è esattamente la bella persona che ti aspetti comparire tra la folla, che la speranza di quel qualcosa ricresce come foglioline verdi brillanti sulla piantina che credevi stesse appassendo.

Nell’ultima settimana ho incontrato delle persone carine, gentili, generose come bambini con i loro amici, come gli adulti spesso si dimenticano di poter essere. Certamente si potrebbe dire che il tempo limitato permette talvolta di godere dei soli aspetti gradevoli che galleggiano in superficie, eppure anche una breve occhiata o un profondo respiro già possono far capire se un posto fa o meno per noi, se qualcosa ti risponde e ti comprende.

 

(*) I testo è tratto da Il Lupo Della Steppa di Hermann Hesse.
Mi piace molto e non posso far a meno di pensare che é un libro che potrei rileggere. Mi ci immedesimo così tanto, ora in una voce, ora nell’altra.
Non mi sento un lupo ma a volte Hermine, a volte in un posto dove l’
ingresso è libero non per tutti
… non per tutti. 

Soundtrack: Paradis – La Ballade de Jim
Questa canzone faceva parte della playlist di ottobre, novembre e dicembre 2013 dei voli Air France. 

Un commento

  1. un bel pezzo. Hesse non l’ho mai troppo amato

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