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Pensieri sotto la doccia

Acqua.
Sapone.

Continuo ad accumulare bozze di post e non uno che sia decente. Ho la mente altrove evidentemente e non esplode nulla. Perché a scrivere un post ci vuole un minimo di curva, di pathos, di ascesa ed epilogo. Le mie bozze invece mancano di boom.
Non lo sopporto che sia così egoista e che io sia così sciocca da interessarmene ancora. Se mi ha lasciata c’era un motivo e non era solo Giuliana, che cesso Giuliana, lei e l’eleganza del riccio, e forse neppure le altre. Almeno leggeva. Forse mi sarebbe stata persino simpatica. La cosa assurda era che siamo nate proprio lo stesso giorno dello stesso anno. Ma lei è sicuramente più agguerrita di me. Lei è avvocato. Mica come me che alla fine dei conti sono una polpetta. E lui chissà quando andava a cavallo con chi faceva sesso nelle stalle. Io tornavo a casa domenica pomeriggio e lui si faceva scaldare il letto. E scuse non me ne sono mai arrivate. Era che con me non ci sta bene e alla fine anche io con lui. E poi non lo sopporto uno che non parta dall’idea di mantenermi mentre faccio la madre dei suoi figli. Lascia stare che poi ho un equilibrio e forse anche un orgoglio, ma che lui parta dall’idea che una donna che non lavora sia una sanguisuga non lo reggo. Plauso a mio fratello che è di altra pasta, anche se non è un uomo antico del sud, come dice dovrei cercare io.
Si sente al di là del muro la sfigata vicina che fischietta sempre la stessa noiosissima melodia al suo uccelletto, che invece non canta. Nonostante i biglietti sotto la porta degli altri vicini non ha capito che rompe le scatole. Così io nei giorni in cui ho il sonno leggero mi sveglio con lei alle 7.15. Noia.
Noia anche domani. Almeno sarà un’altra giornata buona per indossare i miei nuovi stivaletti alla caviglia. Li metto con dei calzetti a righe. Noia perché arriveranno alle otto e mezza e io lì a dire di sì. Cerco lavoro. Oltre a cercare casa adesso cerco lavoro. Non ce la farò mai. Non da sola. Da sola non ce la faccio. E lui che si lamenta che deve riappropriarsi della sua vita. Egoista. Ha idea di come mi sento io? Forte mio padre che stasera al telefono mi ha invitata a dire “Bella idea!” ad ogni stronzata che dice il mio capo, un po’ con il tono di “Balla nonno” di nostro nipote di due anni e mezzo. Sì, sì. Domani alla prima bella idea riderò da sola. Cialtroni. Poi ci si chiede perché l’Italia va uno schifo. Diglielo a Renzi che c’è un’intera classe dirigente da eliminare perché sono capaci di trovare tutti gli escamotage per fare comunque quello che vogliono. Trasparenza? Puif.  Escamotage? Oh, i Beastie Boys!! E questa fischietta ancora. Che poi ha un nome… chissà da dove arriva. Sarà indigena e sono io che non lo capisco.
Sono io la straniera in fondo. E mi piace esserlo. Io la gente di qui non la reggo mica. Non mi piace affatto. E vorrei un fidanzato romano magari a portarmi via di qui.
Sì, ma uno che sappia distinguere Learn to Fly da Given to Fly. Dura? Seh. Qualcuno che lavori alla Domino Record magari, così si farebbe prima. Dai, sto meglio da sola che con uno che non mi vuole. Anche se vorrei andare a vivere altrove, in una casa in cui non ho paura, in cui mi sento sicura.
Ho il frigo vuoto. Mio padre che dice che dovrei mangiare proteine e io che ho solo friselle, pomodori, un kiwi e del rum. Mica bene. Ah, no, c’è anche una birra. Ma sono a dieta. Ci sono un paio di tipi in palestra che non sono male. Ovviamente hanno già l’asterisco a lato ad indicare che sono più giovani di me e mi vorrebbero sicuramente ma solo per del sesso occasionale.
Sabato però è stato divertente essere donna. Con il padrone del locale che mi ha messo in bocca due volte la tequila. Se ero maschio e peloso mica accadeva. Pelosa? Andrò dall’estetista in settimana. E domani finisco di lavorare tardi quindi niente spesa. Cena a pizza? Probabile.

Ok, ho finito.
Cena.

Soundtrack: Billy Ryder Jones – You’re Getting Like your Sister 

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