Salta al contenuto

L’affidabilità nel 2014

Trafelata, sudata, metaforicamente in punta sul sedile dell’auto e aggrappata al volante, ho fatto le corse per essere dall’altra parte della città alle 13.15.
Quando sono arrivata mi sono accomodata nella sala d’attesa e il tempo passava, trascorreva, andava avanti.
Infischiandosene della mia pausa pranzo e ignorando la corsa che avevo fatto, mi era stato chiesto di attendere.
Al ventisettesimo minuto usciva del fumo dal mio naso come Grisù. Il ventisettesimo minuto corrispondeva alle 13.42, cioè sufficientemente tardi perché il lavoro potesse essere svolto nei termini previsti e concessi dalla mia pausa.
Mi sono alzata, ho sbattuto i tacchi e ops, magia, è comparsa l’igienista dentale. E io l’ho insultata dandole del lei e me ne sono andata.

Sulla strada del rientro verso l’ufficio ho preso un cono al cioccolato e nocciola; la gelataia mi ha chiesto se volevo anche della panna montata e le ho risposto di sì. Quindi mi sono seduta sulla panchina in plastica bianca fuori dalla gelateria, all’ombra degli alberi, mangiando il gelato e guardando le auto passare.

Sto meglio. Fanculo l’igienista grassona.

Essere affidabili è un concetto di nicchia in Italia, di grande nicchia.
Nel mio inveire contro la giovane femmina in camicie blu e mascherina le facevo presente che si presume che lei sia una professionista, che lo sono anche io e che il mio tempo è prezioso. Per altro, a prescindere dalla professionalità, il tempo degli altri dovrebbe essere un valore e andrebbe rispettato. La sua replica è stata un farfuglio, accompagnato da gesti simili a quellio di Ollio quando gioca con il suo cravattino, dal quale ho ricavato che riteneva di non essere stata messa a conoscenza dalla segretaria dell’orario preciso dell’appuntamento, salvo poi dirmi l’esatto orario mentre parlava. Ha aggiunto infine che s’era verificato un malaugurato precedente imprevisto il quale nella mia mente si configura come lo scoprire che i ferri del mestriere non sono stati sterilizzati o il filo interdentale s’è spezzato tra i denti del precedente paziente.

La capacità di rispettare le promesse, fossero anche quelle di inviare un email quando dici che lo farai, di confermare le specifiche richieste previste in un determinato rapporto nel tempo, nel nostro Paese non esiste. Anche una semplice questione nella meravigliosa terra degli artisti, naviganti e poeti non è soggetta a misurabilità nel tempo e questo accade perchè le regole non vengono mai rispettate e ogni scusa salva l’uomo. Affidabilità e il rispetto sono l’eccezione al punto da soprenderci quando si verificano.

L’affidabilità dovrebbe invece essere parte dei valori con cui crescere un popolo: non buttare le carte per terra e se ti dici capace a fare una cosa, che sia quanto detto. Invece niecht, nada, nothing. Quando ci penso vedo l’Italia come il Regno delle Due Sicilie, tutta l’Italia, anche la Lombardia.

La questione affidabilità si applica ai rapporti di coppia come a quelli di lavoro e capita anche tra amici.
Chi non completa un lavoro in tempo si insigne persino del trofeo dell’artista, flessibile e rilassato: l’inaffidabilità diventa un valore, perchè siamo in un’epoca storica dove è bello e buono tutto e il contrario di tutto.
Il mondo oggi è talmente grande e globalizzato che per ogni cretino che proclamerà una nuova ideologia, ci saranno seguaci: perchè chi può affermare che sia o meno un cretino? Pare che il giudizio dipenda dal voto, dal numero dei like, dai cenni di approvazione e si comprano anche i like ovviamente. Federico Moccia è uno scrittore?

Certo, ciò accade in Italia, perchè un po’ più a nord o in qualche altro continente ragionano diversamente su questa questione.
Così talvolta cambi meccanico, talvota divorzi.

Ma torniamo al dentista e al mio gelato.
Sogno con grandissimo desiderio un’isola di affidabilità, integrità morale e gelateria di fiducia: così spiego a me stessa (e anche a chi non capisce talvolta) la mia vita e le mie scelte.

Ricetta per il gelato alla pesca.

Ingredienti: 300 ml di panna fresca, 300 ml di latte intero, 250 g di pesche già pulite, succo di mezzo limone, 100 g di zucchero

Preparazione: La sera prima di fare il gelato mettete nel freezer un tegame in acciaio. Montate la panna fredda e mettetela in frigo. Frullate le pesche con lo zucchero e il succo di limone. Prendete il tegame dal freezer e versate il latte con la panna e la frutta frullata e mescolate delicatamente fino a creare un composto omogeneo. Ponete nel freezer il tegame e ogni 30 minuti per circa 6 volte mescolate il gelato per rompere i cristalli di ghiaccio che si verranno a formare. Quando risulterà compatto e cremoso nello stesso tempo il gelato sarà pronto.

La foto l’ho presa da internet.

Soundtrack: Air – Playgroung Love (from The Virgin Suicides)

Rispondi

Scopri di più da FarOVale Blog

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading

Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per ottimizzare la navigazione e i servizi offerti, cliccando il pulsante accetta acconsenti all’utilizzo dei cookie. Per informazioni sui cookie utilizzati in questo sito visita la nostra pagina privacy e cookie policy.