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Psicanalisi spiccia: qualcosa che manca

Dentista: “Sei difficile”.
La frase gli è uscita mentre, con mascherina e monolocolo ben fissato in testa, sbuffava per il lavoro di devitalizzazione che stava per completare sul mio molare. Pare infatti che i miei canali siano storti. La cosa non mi stupisce affatto, visto che non più tardi di sei mesi fa avevamo appurato su un altro dente che di tre canali presenti e storti, uno addirittura aveva una biforcazione.
Se la frase fosse stata pronunciata da Fa invece che dal dentista sarebbe stata: “Sei complicata“.
Pare che quest’aggettivo ormai mi definisca.
Se lo penso associato ad altre questioni o persone, trovo che il complicato non definisca affatto qualcosa, ma solo il caos che regna intorno.

Per quanto riguarda me è invece definizione di uno stato e contorno del mio carattere.
Godo per altro del fatto che con una buona conoscenza, tipo quella che ha Fa ormai di me, questo complicato sia perfettamente comprensibile.

Ho sempre pensato che la mia libreria dovesse essere come me, rappresentarmi. Da qualche tempo la sua versione virtuale è su Anobii. Non sono inseriti però tutti i fumetti che ho letto e che leggo. Ne risulta in definitiva un bel miscuglio di generi.
Sono un’appassionata dell’ottocento inglese, dei saggi sull’amore, dell’amore con la musica, e fino a qui in generale dei testi che contengono una buona dose di ironia e certezze classiche. Poi però ho letto con interesse anche libri di librerie altrui, trovandoli interessanti.

Ma torniamo al complicato e al semplice: mi piace molto Hermann Hesse, perché trovo nei suoi testi una grande forza, un certo rigore che mi rassicura e una fantasia enorme piena di sogni che sembrano veramente realizzabili.
Apprezzo la brevità dei libri di Pennac, che non riuscirei a leggere a lungo.
S’è già detto che vorrei avere nuovi libri di Jane Austen da scoprire. Poi ho adorato il sangue di Battle Royale, la cui lettura è stata liberatoria e catartica, e mi perdo nel tempo con le storie di Alice, uniche nel suo genere. Ma non posso citarli tutti.
Uno dei miei preferiti, che tuttavia vorrei ormai dare per superato, si intitola “Manuale dell’eterno adolescente“, che conosco quasi a memoria, in cui mi riconosco fin troppo e la cosa, devo ammettere, inizia ad infastidirmi.
Io e Fa ci siamo conosciuti probabilmente per questo libro: “Chissà se stai dormendo“. Lo avevamo letto entrambi ed è uno di quei libri che non ha niente di proprio speciale, ma ci era piaciuto ed era una cosa proprio curiosa.

Credo che allo stato attuale alla mia libreria manchi qualcosa. Non so ancora bene cosa, ma mancano, in proporzione all’insieme dei libri già letti, almeno dieci testi di altro genere. Quindi adesso mi vesto e vado in libreria per risistemare un po’ me e i miei scaffali.

Ps. Qualcosa che manca o che manga?

Soundtrack: Radiohead – Weird Fishes

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