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50 sfumature di perplessità

Ebbene sì, lo confesso, alla fine ho ceduto. Eppure mi ero ripromessa di non leggerla, la famigerata trilogia. Credo alla fine abbia prevalso la curiosità, non tanto quella modaiola del tipo “tutti ne parlano”, men che meno quella morbosa del “ci sono molte parti hot!”, quanto quella psicosociologica del provare a capire perchè soprattutto le donne hanno trovato interessanti questi tre volumi. partiamo dalla mia opinione: ho trovato questi libri scritti piuttosto male, ripetitivi, affatto originali. il primo l’ho letto interamente, il secondo saltando le presunte parti scabrose (sinceramente ripetitive e noiose), il terzo leggendo una pagina sì e tre no, giusto per averne un’idea generale. la prima sensazione è stata che l’autrice abbia eseguito una furba manovra di marketing, da una storia che nel primo volume poteva avere degli spunti ha ricavato altri due libri, un sorta di romanzi harmony in versione porno soft, senza nessun significato, se non, presumo, quello di incrementare i suoi guadagni. E su questo non la posso certo biasimare. ognuno è libero di fare soldi come meglio crede. quello che mi sfuggiva era come mai avesse avuto così tanto seguito. Ho quindi proceduto con metodo quasi scientifico chiedendolo esplicitamente a molteplici conoscenti ed è emerso quanto segue:

1. molte donne hanno trovato entusiasmanti spunti per ravvivare la loro vita di coppia sul piano sessuale. bah… francamente non mi sembrava ci fossero grandi novità, eppure ho scoperto che per molti l’uso, ad esempio, delle manette è qualcosa di profondamente trasgressivo. quindi ben venga, individuato un primo senso della trilogia: didattico.

2. altre donne si sono fatte prendere dalla storia d’amore. niente di più scontato, gli amori tormentati coinvolgono da sempre. Nota per me: conviene quindi smettere di scrivere riflessioni sui libri degli altri e cimentarsi direttamente al fine di ottenere una svolta professionale nonchè economica.

3. molti lettori sono uomini!! e anche loro si sono fatti coinvolgere più che altro dalla storia e dal tipo di rapporto di coppia dei due protagonisti.
deduco quindi quanto segue: la protagonista è piaciuta perchè è graziosa ma, soprattutto nel primo libro, è goffa ed imbranata, una sorta di bridget Jones in cui quasi ognuna di noi può identificarsi. Il protagonista è la versione moderna del principe azzurro: bello, ricco, affermato, innamorato pazzo, torbido e contorto quanto basta. i due iniziano una storia appassionante dove lui detiene (almeno apparentemente) saldamente il potere (e questo penso possa spiegare l’entusiasmo dell’uomo medio che si vede quotidianamente surclassato e sbeffeggiato dalla donna d’oggi). Il tuttto condito da scene più o meno fetish che fanno sentire ogni lettore un pò voyeur.

In ogni caso penso che il grande entusiasmo derivi da una caratteristica in particolare: lei incontra lui, seduttore impenitente e psichicamente disturbato e lo trasforma in un uomo più equilibrato (sic) e totalmente dedito a lei. chi non ha pensato almeno una volta di un uomo “con me sarà diverso, sceglierà me e rinuncerà alla vita di perdizione, io sarò l’unico faro nella sua esistenza” ?

noi donne amiamo illuderci e crogiolarci nelle fantasie di onnipotenza… inutile che vi dica come si concludono nella realtà…

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